Che impatto vuoi che abbiano le tue foto?

Quattro semplici domande sulla fotografia per chiarire quell'aspetto fondamentale a cui non tutti pensano. La quarta è la mia preferita.

portrait photography retreat enzo dal verme

Enzo Dal Verme

Rays of sun through clouds in a blue sky

Ho deciso di condividere qualcosa che mi ha veramente fatto sentire bene e… sfidarti a fare lo stesso.

In questi mesi tutti abbiamo avuto modo di riflettere su quello che facciamo e, probabilmente, sulla vita in generale.
Io mi sono fatto alcune domande sulla fotografia, sull’impatto delle mie fotografie e vorrei invitare anche chi legge questo articolo a domandarsi le stesse cose. Ti avviso: sembra molto semplice, ma… scoprirai che potrebbe non esserlo affatto!

Cominciamo con una cosa quasi scontata: che cosa fai?
Io ho risposto con la definizione che sono abituato a darmi: fotografo ritrattista. E tu? (alla fine di questo articolo potresti volere cambiare definizione… in meglio!)

Ora entriamo nei dettagli: per chi fotografi?
Si potrebbe fare un elenco di clienti, ma noi non fotografiamo necessariamente solo per i clienti. Potremmo aggiungere amici e parenti, il “pubblico” in generale, forse persino noi stessi… Sappiamo davvero per chi fotografiamo? Prendi tutto il tempo necessario per rispondere (io ho dovuto riflettere un po’…).

A questo punto, sapendo per chi fotografiamo, chiediamoci: di cosa hanno bisogno?
Che problema possiamo risolvere per loro? Cosa abbiamo di utile o piacevole da offrire?
Se sappiamo rispondere senza esitazione, abbiamo le idee molto chiare. In caso contrario: questa è una grande opportunità per chiarirci le idee!

Ora un’ultima domanda: cosa succede dopo che abbiamo fotografato per loro? Che cambiamenti si verificano? Come si sentono?
Questa mi sembra la parte più interessante. Che si tratti di foto pubblicate, una mostra, un libro o una conferenza… spesso mi sento dire che il mio lavoro ispira. Forse perché ho fatto conoscere la storia di qualcuno che potrebbe venire voglia di imitare o di sostenere, oppure perché ho evidenziato qualche cosa che non era così evidente, ma di sicuro interessante…
Per me si tratta di una grande soddisfazione e alla domanda “perché fotografi?” potrei rispondere “per ispirare”. Aggiungere altro, ma ora non voglio dilungarmi sulle mie motivazioni, voglio stimolare te a farti le stesse domande. Quali sono le tue risposte?

Qualsiasi sia l’impatto piacevole o utile che ti immagini possa avere la tua fotografia, prova a considerarlo come una priorità, come la tua motivazione e l’obiettivo che vuoi raggiungere.
Anzi, forse la prossima volta che qualcuno ti chiederà “che cosa fai?”, invece di rispondere – per esempio – “fotografo i bambini della scuola materna”, potresti rispondere “creo dei bei ricordi ai bambini”. Oppure invece di “reportage”, potresti dire “faccio conoscere al pubblico delle storie che è importante conoscere”. Cosa ne dici? Si tratta di spostare leggermente l’attenzione sulle conseguenze dei nostri scatti, su cosa vogliamo che provochino.

Qualsiasi fotografo, infondo, potrebbe rispondere che lavora per dei clienti che spera siano contenti delle sue foto, paghino e tornino. Sarebbe vero, ma si tratterebbe solo di una parte della verità. L’altra parte mi sembra quella che dà più soddisfazione. E che tu sia professionista oppure no, infondo non cambia molto. La tua fotografia ha un impatto. Quale? Ti va bene così o vuoi mettere meglio a fuoco le tue intenzioni e il tuo scopo? Che impatto vuoi che abbiano le tue foto?

Bene, spero che le mie domande ti mettano un po’ in crisi, ti stimolino a riflettere e ti facciano trovare nuovi entusiasmi. Insomma, spero che… ti ispirino!
E se tra i tuoi entusiasmi c’è anche quello di partecipare ad un mio prossimo workshop, purtroppo non sono ancora in grado di darti delle date. Aspetto di vedere come si evolverà la situazione.
 Nel frattempo spero che la mia piccola sfida ti sia piaciuta 🙂