C’è un aspetto dei ritratti che viene troppo spesso ignorato ed è la valutazione di quanto sia opportuno o meno fotografare il soggetto in un certo modo. Come trovare le posizioni ideali per fotografare un soggetto?
Questa domana viene spesso a galla durante i workshop di ritratto fotografico.
È vero che si può giocare un po’ e che spesso i soggetti stessi si aspettano che un fotografo li trasformi in come vorrebbero apparire o in ciò che sognano di essere, ma… con che risultati? Il rischio del ridicolo è alto.
Per realizzare le foto che vediamo su Vogue e altre riviste patinate, con il fotografo si mobilitano truccatori, parrucchieri, stylist, assistenti, location manager… In genere si tratta dell’eccellenza sulla piazza e, naturalmente, si fotografano le modelle più belle. Donne che sono state selezionate per quel lavoro tra tante altre splendide modelle.
Molti fotografi sognano di scattare immagini simili, ma non hanno a disposizione né dei collaboratori con quella professionalità e neppure Gisele Bündchen, Naomi Campbell o Gigi e Bella Hadid. Cosa fanno? Chiedono alla vicina di casa che ha sempre sognato di fare la modella. Il risultato… beh, in genere non è il massimo.
Parlandone con alcuni miei studenti, abbiamo guardato insieme le foto di Celeste Barber, una comica australiana che ha conquistato la popolarità sul web grazie alle sue parodie. Sono immagini ironiche e divertenti nelle quali lei posa come le top model o le celebrità senza, però, averne le stesse caratteristiche. Il suo intento è sottolineare la differenza tra quel mondo immaginario costruito da professionisti e la realtà delle persone comuni.
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Yolanda Domínguez, invece, è un’artista spagnola che esplora gli stereotipi della nostra società e il consumismo usando ironia e decontestualizzazione. Una delle sue opere più conosciute è un video, Poses, nel quale donne comuni assumono in luoghi pubblici le pose copiate da alcune riviste di moda. Il risultato è esilarante e… fa riflettere.
Se non abbiamo a disposizione le risorse per una produzione di un’importante rivista di moda, non siamo obbligati a imitare quell’impostazione. Ricordiamoci del video di Yolanda Domínguez o delle foto di Celeste Barber e cerchiamo di evitare quell’effetto. Oltretutto, un ritratto non deve necessariamente prendere come riferimento le foto di moda.
Per esempio, questo ritratto scattato da Gian Paolo Zoboli (un mio studente) ha una composizione bilanciata, una bella illuminazione, un impatto gradevole e forte e, soprattutto, il soggetto è reale. La ragazza non è fasciata in una tuta leopardata e non pretende di essere quello che non è. Il ritratto è un po’intimo, fa intuire lo stato d’animo del soggetto ed è esteticamente armonioso.
Per arrivare a un risultato semplice e d’impatto come questo, spesso si devono togliere distrazioni piuttosto che aggiungere effetti speciali. Pochi elementi essenziali garantiscono un risultato più forte di un abbigliamento artificioso o di una posa forzata.
Per trovare la posa ideale con la quale fotografare un soggetto, spesso basta osservarlo quando non si ha la macchina fotografica in mano. Senza l’obiettivo puntato addosso, una persona in genere assume delle posizioni naturali e spontanee. Poi, durante gli scatti, basterà ricordare e suggerire proprio quelle pose come punto di partenza.
Se – per qualche motivo – questi suggerimenti non bastano e l’impostazione della foto non convince, si può dire “ok, facciamo una pausa”. Generalmente il vostro soggetto lascerà andare le tensioni ed assumerà una posa naturale per riposarsi. Quello è il momento di scattare!