Il gesto nei ritratti

Come guidare i tuoi soggetti e invitare un gesto nei ritratti in modo naturale? Alcune posizioni contribuiscono molto al risultato dei tuoi ritratti.

portrait photography retreat enzo dal verme

Enzo Dal Verme

portrait of Ruth Mc Aulay, Enzo Dal Verme

In un ritratto la gestualità gioca un ruolo molto importante perché aiuta ad evidenziare lo stato d’animo o il carattere di chi fotografiamo. A volte le posizioni nascono spontaneamente, ma sei il soggetto non sa dove mettere le mani? Il fotografo ritrattista può guidare con gentile fermezza. Ecco come…

 

Monica De Cardenas photographed in front of a picture of Thomas Struth in her art gallery in Milan, enzo dal verme
Monica De Cardenas gallerista. Questo ritratto è servito a illustrare un’intervista nella quale la gallerista ha parlato, tra l’altro, del suo lavoro con il fotografo Tomas Struth. Quando si è trattato di fotografarla le ho proposto di posare proprio di fronte ad un’opera del fotografo e, dal momento che il suo carattere è piuttosto riservato, non ho osato chiederle di imitare uno dei personaggi fotografati. Con mia sorpresa è stata proprio lei a suggerirlo.

Un momento di imbarazzo

Ti è mai capitato di dovere fotografare una persona che, non appena vede il tuo obbiettivo puntato su di lei, non sa più… dove mettere le mani? Se il gesto nei ritratti non viene spontaneo, le tasche sono il primo rifugio. Ma, in genere, la soluzione viene anche subito scartato con un “no, no, così non va bene…” e poi inizia una imbarazzata ricerca di cosa fare col proprio corpo esposto alla vostra macchina fotografica.

Tutto questo, naturalmente, se non hai già previsto come mettere a proprio agio il soggetto che devi ritrarre. Lo scatto, infatti, non inizia quando metti a fuoco, ma inizia molto prima. Dai primi istanti dell’incontro, il fotografo di ritratti deve già cominciare a preparare il terreno perché possa nascere una immagine interessante.

Durante la conversazione informale che precede gli scatti, il fotografo ritrattista attento noterà gli sguardi, il modo di gesticolare, le timidezze e tanti altri particolari della persona che deve fotografare. Avrà anche modo di osservare il modo in cui la luce illumina il viso, i difetti da non evidenziare, i tratti somatici più interessanti e tutto ciò a cui dovrà fare particolarmente attenzione mentre inquadra.

Osservare

Che tipo di posizione suggerire al soggetto? Dipende. Un buon ritratto ti dice qualcosa di intimo della persona fotografata, ti svela un suo stato d’animo, evidenzia qualcosa di speciale e unico. È difficile ottenere questi risultati se la persona assume una posizione che non fa parte del suo modo di esprimersi. La cosa migliore per il fotografo di ritratti è osservare il soggetto in un momento in cui è rilassato e ricordare le sue posizioni, come usa le mani come si muove.

Noi tutti facciamo dei gesti dei quali non siamo troppo consapevoli, accade in maniera spontanea e se poi ci viene chiesto di fare un gesto spontaneo non sappiamo proprio che cosa fare. Il fotografo di ritratti che ha saputo osservare il suo soggetto può suggerire: “Prima ho notato che hai appoggiato la mano in questo modo, ti sentiresti a tuo agio adesso nella stessa posizione?” In genere il soggetto è felice di questo tipo di suggerimenti per due motivi: prima di tutto si sente sollevato dall’impegno di dovere trovare una posizione, in secondo luogo capisce di essere in buone mani perché il fotografo ritrattista lo ha osservato e si preoccupa di ritrarlo in una posizione a lui congeniale.

louise enzo dal verme
Louise Bélisle, psicoterapeuta canadese. Le sue mani, raccolte morbidamente in un gesto spontaneo, aggiungono dinamismo alla composizione dell’immagine e donano molte informazioni sul carattere della persona fotografata (immaginatevi la stessa immagine senza le mani).

Non avere paura di dirigere il soggetto

Molti giovani fotografi di ritratto hanno timore di essere troppo direttivi e invece di suggerire con gentile decisione al soggetto come muoversi, lasciano trasparire una certa insicurezza. Vi fidereste di un fotografo ritrattista insicuro? Quando il soggetto percepisce poca decisione nel fotografo, la fiducia nelle sue qualità comincia a tentennare e tutto il rapporto rischia di scricchiolare. Al contrario, se il soggetto si sente in buone mani è anche più disponibile a svelare espressioni più intime e dedicare più tempo alla sessione fotografica.

Ma la sicurezza non è una qualcosa che si improvvisa e neppure che si può fingere. Un fotografo di ritratti sviluppa naturalmente una certa capacità a dirigere il soggetto con l’esperienza e, soprattutto, rendendosi conto che quella è una delle qualità che occorre coltivare. La relazione tra il fotografo di ritratti e il soggetto è qualcosa di vivo che si costruisce sapendo ascoltare e comportandosi nel modo più adatto alla situazione. Il fotografo ritrattista attento sa intuire quali parole utilizzare e anche quando è preferibile il silenzio. L’importante è mantenere sempre una buona connessione con il soggetto, percepire empaticamente come si sente, di cosa ha bisogno. È meglio prevenire – per esempio – un momento di stanchezza piuttosto che dovere correre ai ripari dopo. Questa sensibilità aiuta anche il fotografo di ritratti a… non esagerare nel senso opposto. Se, infatti, un fotografo poco direttivo non trasmette sicurezza, un fotografo che dirige senza prestare troppa attenzione alla vulnerabilità della persona che fotografa è destinato a creare perlomeno malcontento.

Quando è il soggetto che vuole dirigere

Succede, a volte, che il soggetto sia particolarmente “propositivo” e suggerisca posizioni e immagini da scattare. Tutto molto interessante se non si scontra con la libertà creativa del fotografo ritrattista. È il fotografo che dirige, che valuta le diverse strade e guida con gentile fermezza. Un fotografo di ritratti che cerca di assecondare troppo il soggetto rischia di perdere contatto con la propria visione.

Se il soggetto è molto abituato a farsi fotografare, per esempio una celebrità, probabilmente vorrà porgere il proprio tre quarti migliore, farà l’espressione che ha già fatto mille volte e si metterà nella posizione che reputa più fotogenica. Assecondiamolo, perché no, ma nello stesso tempo stiamo sempre all’erta per cogliere quell’attimo nel quale possiamo suggerire un gesto diverso che sia proprio del nostro incontro e non un cliché ripetuto.

Tra l’altro, non è detto che la posizione suggerita dal soggetto sia davvero così interessante ed è sempre bene verificare a colpo d’occhio se è migliorabile e controllare anche ogni dettaglio di cui solo il fotografo si ritratti si può rendere conto: come sono i capelli (forse c’è bisogno di mettere a posto una ciocca?), come batte la luce (non sarebbe meglio alzare un po’ il mento?), come sono i vestiti (il colletto è fuori posto?), eccetera…

Per quanto riguarda una posizione da suggerire, per le celebrità vale lo stesso discorso che per le persone comuni: un consiglio è generalmente bene accetto se tiene presente la persona che abbiamo davanti, se serve a sottolineare un suo stato d’animo, a valorizzare una sua qualità o a mettere in evidenza qualcosa di unico.

 

portrait of Ruth Mc Aulay, Enzo Dal Verme
Ruth Mc Aulay, cantante d’Opera. In questa immagine, scattata in Galles, il gesto non solo esprime il temperamento della cantante, ma stabilisce anche un centro d’attenzione sul quale convergono le diagonali degli abiti e delle scale. Il gesto è integrato con gli altri elementi del ritratto.

Le mani

A volte si potrebbero fotografare solo le mani e quella immagine costituirebbe già un ritratto significativo. Le mani dicono molto della vita di una persona per la loro pelle, le unghie, per come sono curate… e per le posizioni che assumono. Delle mani grassottelle possono essere molto più aggraziate di mani ben proporzionate ma poco espressive, tutto dipende da chi è che anima quelle mani. Quando si compongono in un gesto abituale sottolineano qualcosa di chi stiamo fotografando e ci raccontano un aspetto del suo carattere. Ci sono gesti funzionali, gesti che aiutano un movimento più ampio, gesti che si fanno per timidezza… il fotografo di ritratti attento sa suggerire una posizione oppure dei piccoli cambiamenti che mettano il soggetto a proprio agio e lo aiutino ad esprimersi.

I fotografi ritrattisti più arditi, ogni tanto potrebbero suggerire un tipo di gestualità poco familiare al soggetto da fotografare perché in questo modo si rompono gli schemi e si creano le condizioni perché possa emergere qualcosa di inconsueto ma altrettanto autentico. Per esempio, una persona generalmente molto composta potrebbe provare ad assumere una posizione giocosa e ironica. Questa sfida potrebbe rivelarsi liberatoria e forse affiorerebbe una parte di quella persona un po’ nascosta sotto tanta serietà. Ma potrebbe anche provocare un terribile imbarazzo! Si tratta, ancora una volta, di avere abbastanza sensibilità da percepire fin dove ci si può spingere.

Anche proporre un gesto molto composto ad una persona piuttosto espansiva può avere un effetto piacevolmente destabilizzante oppure – al contrario – frenare la sua spontaneità. Proponendo dei gesti poco usati dal soggetto c’è il grosso rischio che la foto non sia più un ritratto ma diventi una finta e di sicuro non è quello che vogliamo ottenere. Nel dubbio, meglio limitare i suggerimenti ai gesti propri del soggetto. E, in ogni caso, è molto importante che il fotografo di ritratti trasmetta sempre sicurezza e sappia dirigere il soggetto in maniera appropriata senza chiedere troppo. Se il soggetto si sente a proprio agio è più propenso a svelare qualcosa di intimo alla macchina fotografica e il ritratto sarà più interessante.

Diego Buñuel photographed for Vanity Fair | © Enzo Dal Verme
Diego Bunuel, inviato di guerra e nipote del regista Louis Bunuel. Ero stato incaricato da Vanity Fair di fotografare Diego in modo da fare sognare un po’ le lettrici. Quale modo migliore che distenderlo sul letto nella sua casa di Parigi? Il gesto, in questo caso, sottolinea la sua fama di seduttore, senza esagerare.

La semplicità è un pregio

Osservando un ritratto fotografico ci sono molti elementi che determinano la nostra esperienza, alcuni sono del tutto subliminali. A volte una immagine non ci convince e non sappiamo spiegare il perché, poi copriamo un dettaglio e capiamo che era quello che ci distraeva perché non era in armonia con il resto. Generalmente, per un fotografo di ritratti quando inquadra, una buona regola è cercare di notare subito cosa c’è di troppo.

Forse c’è un oggetto sullo sfondo che si potrebbe spostare, un dettaglio che sarebbe meglio tagliare fuori dall’inquadratura oppure… un gesto da semplificare. Due mani incrociate in un groviglio di dita potrebbero distrarre lo spettatore dallo stato d’animo della persona ritratta. A meno che non si voglia sottolineare proprio il carattere nevrotico del soggetto, il fotografo – in fase di scatto – può suggerire di muovere le dita in un altro modo. Anche quando un gesto crea delle pieghe esagerate nei vestiti, il fotografo ritrattista avrà l’accortezza di sistemarle velocemente. Lo stesso vale per una posizione interessante che, però, pregiudica l’illuminazione. Oppure una posizione che non si integra armonicamente con gli altri elementi della foto.

La mancanza di semplicità in una immagine rischia di diminuire l’impatto visivo e di smorzarne l’intensità. Il colpo d’occhio del fotografo di ritratti permette di comprendere in una frazione di secondo se ci sono aspetti che compromettono l’armonia dell’immagine o che potrebbero essere migliorati. Un gesto, oltre a suggerire uno stato d’animo o raccontare qualcosa del carattere della persona fotografata, ha la capacità di donare dinamismo ad un ritratto. È bene prestare una grande attenzione alla posizione del soggetto senza, naturalmente, dimenticare di concentrarsi su tutti gli altri elementi che compongono un ritratto fotografico.

10 consigli per usare al meglio il gesto nei ritratti fotografici

  1. Comincia ad osservare attentamente ed empaticamente le caratteristiche del soggetto che vuoi fotografare appena lo incontri, studia il modo in cui si muove e in cui si esprime
  2. Metti a proprio agio il soggetto e non smettere mai di percepire i suoi bisogni e il suo stato d’animo
  3. In fase di scatto, suggerisci al soggetto delle posizioni (osservate prima) che lo aiutino ad esprimersi
  4. Dirigi sempre il soggetto trasmettendo sicurezza e stando attenti a rispettare i suoi limiti
  5. Se il soggetto diventa troppo “propositivo”, arginalo con gentile fermezza
  6. Stai sempre all’erta per cogliere l’attimo in cui suggerire un gesto diverso
  7. Controlla continuamente ogni dettaglio inquadrato
  8. Suggerisci (eventualmente) qualcosa di leggermente destabilizzante
  9. Componi immagini semplici, pochi elementi che sottolineino l’intensità dell’espressione.
  10. Cerca di evidenziare qualcosa di intimo della persona che vuoi fotografare lasciandoti aiutare anche dalla gestualità